Vista panoramica del cadore

Percorsi

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Escursioni e Trekking

I percorsi disponibili nella zona del Cadore sono fatti di oltre 200 km di sentieri.

Vi proponiamo alcuni percorsi che vi permetteranno di respirare l’aria pulita di montagna e di ammirare i nostri panorami unici.
Il Cadore è una tappa obbligatoria per chi ama immergersi nella natura: aree Patrimonio dell’Umanità Unesco, aree Wilderness, sorgenti di acque termali con proprietà curative e centri abitati collegati tra loro da antiche strade romane.

I Percorsi alle Tre Cime di Lavaredo

 Giro delle tre cime

Si parte e si torna al rifugio Auronzo. Il percorso ha una durata intorno alle 3 ore , 3 ore e mezza. FACILE da percorrere, si segue la strada che porta al rifugio Lavaredo e si continua verso il rifugio Locatelli a Nord. Successivamente si prende il sentiero 105 verso sud-ovest fino a Forcella Col di Mezzo e poi si torna al rifugio Auronzo.

Giro del Paterno

percorsi cadoriniIl circuito parte dal rifugio di Lavaredo, per una durata di 4 ore. Anche questo percorso è FACILE. Si parte dal rifugio Lavaredo, sentiero 101, verso l’aAlpe dei Piani fino alla Forcella di Pian di Cengia. Si intraprende poi il sentiero 104 verso il Lago ed ai Piani di Cengia e si risalisce al rifugio di partenza.

Le gallerie del Paterno

Dal rifugio Locatelli al rifugio Lavaredo.3 ore di percorso MOLTO DIFFICILE. Servono torcia elettrica ed attrezzatura per ferrata. Si raggiunge il rifugio Locatelli poi per il sentiero segnato, si prosegue verso il Monte Paterno. Seguendo gallerie scavate nella roccia, corde metalliche e tratti esposti si giunge a Forcella del Camoscio da dove si può salire anche alla vetta del Monte Paterno. Sul lato orientale si scende a Forcella Passaporto e per gallerie e cenge si torna a Forcella Lavaredo.

Dal rifugio Auronzo al rifugio Fonda Savio

Tempo di percorrenza ore 2.30 / 3. Un persorso DIFFICILE che parte dal rifugio Auronzo e scende verso sud fino all’imboccatura del sentiero 117. Alcuni tratti impegnativi sono attrezzati con corde e scalette. Dal rifugio Fonda Savio tramite il sentiero 115 si scende sulla strada che porta alle tre cime di Lavaredo.

Dal rifugio Auronzo a Rin Bianco

Tempo del percorso 1 ora e 40 ca.. Un percorso FACILE dal rifugio Auronzo si percorre un breve tratto di strada asfaltata fino al sentiero che inizia sulla sinistra e che si inoltra nei prati e nei boschi sottostanti a Forcella Longeres. Dopo si ritorna sulla strada presso il Rin Bianco vicino la sbarra del parcheggio a pagamento.

Percorso Durissini

Solo per ESPERTI. Con un dislivello di 1200 mt ha un tempo di percorrenza intorno alle 9 ore. Si sale al rifugio Fonda Savio tramite il sentiero 115, poi si segue il percorso Durissini che giunge alla Forcella della Torre. Arrivati a Forcella Cristina, dalla quale si vede il rifugio Città di Carpi, si prosegue a sinistra nel sentiero 118 che scende da Forcella della Neve fino al rifugio Città di Carpi. Qui ci si immette sulla strada normale e si raggiunge il Rifugio Col de Varda e si arriva al lago di Misurina.

La nascita di alcuni percorsi sono dovuti a passeggiate di perconaggi Ffamosi come Gionni Paolo XXIII.

Percorso papale

Il percorso nasce dopo che Papa Giovanni Paolo II soggiornò nel paese di Lorenzago. Qui vi è anche un museo che ne ricorda il Suo passaggio. Il successivo Pontefice, Benedetto XVI, ha proseguito la tradizione abitando per un breve periodo, lasciando una grande testimonianza d’affetto per questi luoghi. Un buon percorso collega il paese con alcune aree, una volta adibite alla produzione di fieno o al passaggio dei mezzi per il trasporto del legname. L’itinerario segue, inizialmente, le indicazioni per il Parco dei sogni e prosegue con i segnavia CAI utilizzando una strada sterrata. S’incontrano vari tabià, i tipici fienili cadorini. Salendo il panorama diviene ampio e lo si può apprezzare tramite le radure. Quasi al culmine si apre un pianoro, siamo a Mezzarazzo, a metà strada circa per l’altipiano di Razzo. Per sentiero nel nuovo versante si raggiunge un altro pianoro. Altri sentieri ora dirigono nella direzione precedente iniziando una lenta discesa fino ad avvicinare un bel fienile dominato da una parete rocciosa. La discesa s’inclina fino a raggiungere una strada che conduce in paese. Questo percorso era frequentato da Giovanni Paolo II che soggiornava nella villa che s’intravede durante la discesa.

Dislivello: 550 m.

Tempo di percorrenza: UNA GIORNATA OPPURE MEZZA SE SI EFFETTUA IL PERCORSO BREVE.

 

Percorsi Wilderness

Dai primi anni novanta l’intera valle è stata dichiarata Area Wilderness e, seppure con qualche concessione di sfruttamento delle risorse naturali agli abitanti del Comune di Perarolo, mantiene non solo le caratteristiche del territorio selvaggio, ma è nello stesso tempo possibile rinvenire le tracce di una storia economica conclusasi con la grande alluvione del 1962 che seppellì la centrale elettrica oltre provocare il disastro della vicina Diga del Vajont. La vegetazione è quella tipica delle zone ricche di acqua nel fondovalle, sulle pareti sassose prolifera il pino nero. E’ possibile incontrare molti animali durante il cammino.

Il sentiero più accessibile è quello che da Macchietto scende in direzione del Piave. Con un ponte costruito dalla Società Elettrica si scavalca, vincendo l’iniziale timore, il Piave guadagnando la nuova sponda.

La segnalazione presente è efficace nella scelta degli itinerari:

L’appassionato naturalista potrà seguire i sentieri semplici che attraversano boschi e oasi prative ricche di biodiversità;

L’escursionista potrà seguire i sentieri per il Bivacco Baroni o per l’isolato dell’Alberghet, grazioso ed accogliente

In alternativa, sempre per gli escursionisti, si può seguire il percorso che con due aerei ponti guadagna la sponda del Col Svalut scendendo poi all’area artigianale di Ansogne e rientrare al punto di partenza. L’attraversamento del Torrente Montina richiede nell’ultimo tratto di togliersi le scarpe, fortunatamente l’acqua è bassa e nella giusta temperatura.

Dislivello: 400 m per l’intero percorso, 150 m per il Sentiero Natura.

Tempo di percorrenza: mezza giornata

 

Percorsi attraverso le sorgenti termali di Lagole

Questo percorso si snoda nei pressi del paese di Lagole, un luogo di pesca, di tranquilli scivolamenti in canoa o in barca perché si affaccia sul lago artificiale di Centro Cadore. Oltre, facili sentieri, evidenti e segnalati, risalgono calme acque con fresche cascatelle contornate da una ricca vegetazione. Sempre in lieve salita si guadagna il Lago delle Tose, delle fanciulle, chiamato così poiché nei tempi antichi le vergini venivano a bagnarsi lontane da sguardi indiscreti in questo paradiso conosciuto fin dall’epoca romana per l’acqua benefica. Il sito è a valle dell’abitato di Calalzo e della Stazione Ferroviaria ed ampie segnalazioni ne annunciano l’approccio. La vegetazione è rappresentata da varie specie di piante acquatiche e di latifoglie dei bordi torrentizi. Non mancano le classiche conifere mentre la fauna, disturbata nei giorni di maggiore afflusso turistico, si defila senza lasciare traccia.

Dislivello: 70 m.

Tempo di percorrenza: META’ GIORNATA

Percorsi Talagona

Il Lago di Centro Cadore occupa la valle del Piave e separa la sponda delle Dolomiti che confinano con la Regione Friuli Venezia Giulia con i centrali Gruppi dell’Antelao e Marmarole. I paesi sorgono sulla riva occidentale mentre sull’altra permangono piccoli insediamenti rurali, oggi utilizzati per la vacanza, e ospitali rifugi meta di un turismo selezionato perché attento alle situazioni ambientali.

La risalita del tratto intermedio della Val Talagona, con partenza dal segnalato bivio ad Antarigole scorrendo per la strada che s’avvia dal ponte di Domegge, è un approccio naturalistico che richiede attenzione per la ricchezza delle specie botaniche presenti.

Risalito il torrente seguendo la sponda meridionale si giunge ad una passerella in località Valle con un bel fienile in una amena radura. Evitato il ponte si prosegue in salita superando anche la deviazione a destra che raggiunge la Costa Vedorcia ed il Rifugio Tita Barba. Mantenendo la costa senza attraversamenti si raggiunge un luogo speciale.

Questa porzione di torrente, che nel tratto in salita sembrava ricca di acqua spumeggiante, ora appare serena trasformandosi in un velo liquido di colore scuro, quasi nero. L’effetto, veramente speciale, è determinato dal muschio che ricopre i massi che che da secoli costituiscono l’alveo del torrente. Il colore è il verde scuro, quasi nero, dell’antico vegetale.

I più curiosi ed allenati potranno proseguire, ripreso il sentiero, per forcella Spe. Altri dallo spiazzo di Valle, costeggiato il simpatico fienile, sceglieranno la Costa Vedorcia per riposare al Rifugio Tita Barba.

Tornati alla passerella riprenderanno la salita per la nuova costa, raggiungendo il Rifugio Padova al termine dell’ampia area boschiva.

Tempo di percorrenza: UNA GIORNATA

Alcune proposte

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